2 - Ellen

Appena aperta la porta contraddistinta dal mio nome, mi trovai al cospetto di una miriade di fogli che svolazzavano per la stanza.
Ellen come sempre si era dimenticata la finestra aperta.
Feci il giro attorno alla mia imponente scrivania e raccolsi i fogli che si erano ormai adagiati sul pavimento.
Decisi quindi di affacciarmi alle grandi vetrate per scorgere qualche rimasuglio dei danni provocati (non) da Ellen. E invece vidi proprio lei: l'arteficie del misfatto che si avvicinava con la sua elegante goffaggine, (nel correre per arrivare in orario), all'entrata dell'edificio in cui si trovava la Black&White Company.


Divertito, mi misi alla mia postazione, accesi il computer e composi la password:
**********.
Invio. E...




Nel tempo in cui impiegai ad eseguire le mie prime azioni quotidiane lavorative, Ellen si trovò sull'uscio della mia porta e con i capelli un po' arruffati e un sorriso beffardo:
"Perdonami John, anche ieri sera ho fatto tardi e ho dimenticato la finestra aperta del tuo ufficio".
"Auguro un buongiorno anche a te, Ellen". Sorrisi.
Fingendosi sorpresa "John, Buongiorno!!! Hai perso qualcosa di importante, no, vero?"
"Ho perso tempo".
Ellen sapeva bene quanto per me fosse importante il concetto di tempo ed il tempo stesso.
Leggermente agitata, ma mantenendo compostezza "John, perdonami, non accadrà mai più".
"Non ti preoccupare Ellen, al massimo la prossima volta, farò raccogliere a te tutti i documenti..." le dissi con aria indifferente e tono serioso.
Senza parole, quasi "Come vuoi tu, John".
Scoppiai in una risata.
"Ellen, togli quel viso imbronciato e portami alla velocità della luce il resoconto della tua ricerca di ieri sera, per favore".
Il suo viso si illuminò. "Subito, John!"
Ellen mi diede le spalle e sempre con la sua elegante goffaggine, dovuta al fatto che portava delle scarpe col tacco un tantino alte per la sua piccola figura, si diresse fuori dal mio ufficio.




Ellen era una giovane ragazza, con una bellezza particolare.
Era di piccola statura, abbastanza magra, ma proporzionata.
Aveva gli occhi di un verde intenso ed i capelli di un castano dorato, portati corti a caschetto.
La frangetta sbarazzina a volte le copriva la visuale, ma spesso la raccoglieva con qualche mollettina a gioiello mostrando la fronte spaziosa e liscia.
Di certo era una ragazza ben curata. Mani, capelli e abiti sempre in ordine.
Portava inoltre un profumo fresco e frizzantino. Agli agrumi oserei dire. Che odorandone la fragranza le si addiceva proprio.
Ma ciò che contraddistingueva la bellezza di Ellen era un solo dettaglio.
Un piccolo neo scuro all'altezza dello zigomo sinistro.




Nell'attesa di ricevere i documenti che le avevo richiesto pochi istanti prima, decisi di controllare le e-mail ed ecco qui che una di quelle aveva catturato la mia attenzione...

"Tieni John.. In questa cartellina c'è il resoconto che mi hai chiesto"
"Si Ellen, ti ringrazio. Vai pure".

Non curandomi affatto di dove Ellen avesse appoggiato la cartellina, iniziai ad esultare dentro di me, staccando a stento gli occhi dal monitor del PC.
L' e-mail diceva che...